09/10/2025
Massaggio a 4 mani

Come al solito alla fine del massaggio Anastasia mi chiede: come è andata?
Portentoso! Rispondo d’istinto.
Che vuol dire, mi chiede.
Allora, sempre d’istinto le dico: meraviglioso, anzi di più; bellissimo, anzi di più; splendido, anzi di più, di più. Prodigioso, magico, sbalorditivo.
Si è trattata della mia prima esperienza di massaggio a 4 mani e forse il mio entusiasmo deriva anche da questo.

Il massaggio era un normale body kamasutra, ma nella versione a 4 mani, con due donne (e che donne!) che si prendono simultaneamente cura di te tutto assume una piega diversa. Riporto direttamente dalla descrizione presente nel sito:
“La sensazione di avere 4 mani sul proprio corpo è davvero UNICA! Dal punto di vista emotivo la tecnica a quattro mani ha un impatto più forte rispetto a quella con due operatrici. Avere due persone che ti sfiorano, si occupano di te e del tuo corpo, dà la sensazione di essere coccolati e accuditi in modo completo.”

C’è da dire che non ho capito la differenza tra 4 mani e due operatrici; in effetti tante cose mi sono sfuggite perché il coinvolgimento è stato totale e non era possibile seguirne interamente lo sviluppo. Spesso non sapevo chi massaggiava cosa: di chi erano le mani che premevano o quelle che mi sfioravano? Di chi erano i seni che mi accarezzavano? Di chi erano i capelli che mi sfioravano: erano i riccioli d’oro di Anastasia o i sottili capelli neri di Alexandra? La bionda colpisce, la mora rapisce; o al contrario. Ma mettile tutte e due assieme e otterrai un risultato che va oltre ogni più rosea aspettativa. Anche se non è importante saperlo sempre, anche se qualcosa intuivo dalla scioltezza ed energia della tecnica usata.

Eravamo tre corpi che cercavano di legarsi energeticamente, io ero l’ossigeno e loro i due atomi di idrogeno, in natura si chiama acqua. Anche noi eravamo se così si può dire un composto “liquido”, continuamente in movimento, in rinnovamento, in fusione, in evoluzione. Io ero l’elemento ricettivo, e contribuivo al risultato di questo composto alchemico con la respirazione e la dolce sottomissione alle sapienti arti sensuali delle due dee che mi accudivano. E come gli alchimisti cercavano di trasmutare il piombo (materia negativa) in oro (materia positiva) per riscoprire la vera natura umana, così anche nel massaggio a 4 mani si cerca di trasformare la sensualità in arte spirituale; come aprire un portale sacro, un canale verso stati superiori di coscienza, una via, una disciplina interiore che, senza rinnegare il piacere, è capace di condurti alle soglie dell’estasi spirituale.

E poi c’era questo dialogo continuo tra di loro, con Anastasia, direttrice d’orchestra, che indicava i movimenti e dava i tempi. La meraviglia delle loro voci, avvertirne la sfumatura ora suadente, ora decisa, incalzante, ora quasi sottovoce, sussurrata; e ogni tanto anche un accenno di risata. Era come se un arcobaleno di parole e frasi si dipingesse all’improvviso sulle pareti: un ponte tra terra e cielo, un legame simbolico tra corpo e spirito. Per me è stata questa la vera colonna sonora del massaggio e le loro voci sono penetrate dentro di me come fossero sensazioni tattili.

Quattro mani e due corpi che si muovono e accendono emozioni in un crescendo rossiniano (“è tutto doppio” mi aveva anticipato Anastasia), non vi è un attimo di pausa, sembra che il tempo si stia concentrando e il mio corpo comincia a muoversi, le gambe, le mani, le dita, il torace, il collo. E verso la fine anche i suoni, i gemiti, le grida, i versi faticosamente trattenuti. Assieme convulsioni ed esternazioni sonore erano il mio particolare grammelot(1) tantrico che rappresentava il mio stato di eccitazione.

E sto scoprendo che restare pienamente ricettivo aumenta enormemente la carica energetica che mi trasmetti (trasmettete); al punto che poi la notte non riesco proprio a dormire, mi frullano per la testa tanti pensieri; e la mattina mi sono alzato presto e ho cominciato a scrivere così da avere la relazione pronta al sorgere del sole. E non finisce qui, perché sento ancora che ho bisogno di muovermi, così sono uscito di casa in bicicletta per andare a pedalare sui miei amati Lessini in un giro di diverse ore, tornando a casa nel pomeriggio (con sosta per pollo arrosto (slurp!) nel mio ristorante preferito).

Ah! Il tempo che grande inganno: più fai cose piacevoli più veloce sembra scorrere. Un’ora di massaggio se ne è andata come un soffio. Anche con il linguaggio cerchiamo di fermarlo, il tempo, di renderlo ciclico, ripetitivo, così abbiamo inventato il prefisso ‘ri’ come in ‘rimani’. Ma con le parole possiamo anche giocare e scrivere ad esempio ‘ri-mani’ per evidenziare maggiormente il ruolo delle mani e quindi del massaggio; in modo che così scritto, con il trattino, cambia anche il suo significato in ‘massaggiami di nuovo’. Diventerà il mio mantra alla fine di ogni massaggio:

“Ri-mani”, massaggiami di nuovo!

Grazie, o angeli dal tocco sublime; grazie!

(1) Il grammelot è un linguaggio teatrale inarticolato fatto di gesti e suoni piuttosto che di parole.





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